Il 28 ottobre è stato sottoscritto il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro domestico. La firma è arrivata dopo oltre due anni di trattative, a cui ha partecipato anche Assindatcolf, tramite la federazione Fidaldo.
Nel complesso, l’accordo raggiunto è stato valutato positivamente dalle parti, anche grazie alla mediazione delle associazioni datoriali, che hanno contribuito a trovare un equilibrio sostenibile tra le esigenze delle famiglie e le aspettative dei lavoratori, assicurando una dilazione triennale degli aumenti retributivi. Tra il 2026 e il 2028 è previsto un incremento complessivo di 100 euro mensili lordi, calcolati sul livello Bs convivente ed assorbibili da eventuali superminimi, che dovranno essere riparametrati sugli altri livelli contrattuali. Il primo aumento scatterà il 1° gennaio 2026, con un incremento di 40 euro lordi (pari a un +3,98% sui minimi retributivi degli altri livelli).
Contestualmente, le parti sociali hanno sottoscritto un impegno congiunto per potenziare il sistema della bilateralità e attivare la socializzazione di alcuni costi legati alla retribuzione, rendendo alcuni istituti del CCNL meno impattanti sui costi delle famiglie, rendendoli lineari, con l’obiettivo di ridurre in futuro i picchi di spesa sui singoli datori e garantire maggiore equità tra le diverse componenti del settore.
Il rinnovo del CCNL rappresenta un passo importante verso una maggiore qualità, equità e sostenibilità del lavoro domestico, un comparto essenziale per il benessere e la coesione sociale del Paese, che conta 817mila lavoratori regolari, ma che resta segnato da un tasso di irregolarità molto elevato, salito nel 2023 oltre il 55%.



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