OSS e badante, due figure ancora oggi spesso confuse tra di loro anche perché in alcuni casi svolgono attività simili: accompagnano la persona non autosufficiente nei momenti quotidiani, aiutano con la pulizia personale, forniscono supporto nelle attività di base. Ma dietro queste somiglianze si nascondono profonde differenze.
Distinguere tra OSS e badante non è una questione tecnica riservata agli addetti ai lavori. È qualcosa che riguarda da vicino tantissime famiglie italiane che, ogni giorno, devono prendere decisioni delicate sulla salute e il benessere dei propri cari.
Capire “chi fa cosa” aiuta a scegliere la figura giusta in base alle necessità reali: garantire assistenza di qualità, tutelare chi lavora e chi riceve assistenza, evitare conseguenze legali o errori nella gestione domestica della salute.
La figura dell’OSS in ambito domestico
L’acronimo OSS sta per Operatore Socio Sanitario. Si tratta di una figura professionale riconosciuta dallo Stato formata per svolgere attività di assistenza sia fisica che relazionale. A differenza dell’infermiere, però, non interviene in attività cliniche complesse, ma svolge un ruolo di ponte tra la persona e il sistema sanitario.
Quando lavora in contesto domestico, infatti, l’OSS si prende cura della persona in modo sistematico, seguendo indicazioni mediche e collaborando spesso con altre figure professionali, come infermieri e fisioterapisti. Può aiutare, ad esempio, nel rilevare parametri vitali o nel preparare strumenti e ambienti per piccoli trattamenti sanitari domiciliari. E questo perché ha seguito un percorso di formazione obbligatorio riconosciuto a livello nazionale: un corso di circa 1000 ore, promosso da enti accreditati dalla Regione che prevede sia una parte teorica, sia un tirocinio pratico in strutture sanitarie e il superamento di un esame finale.
Quindi ricordiamo sempre che per una famiglia che sta cercando un OSS, è un diritto e dovere chiedere di vedere il certificato, verificare dove è stato rilasciato e, se possibile, informarsi sul percorso seguito dalla persona che si sta per assumere.
La figura della badante
La badante è una figura altrettanto importante. L’OSS, come detto, è una figura altamente qualificata, con una formazione regolamentata a livello nazionale ed ha una preparazione che lo rende particolarmente adatto nei casi in cui le condizioni dell’assistito siano complesse dal punto di vista sanitario. L’attività della badante, invece, va a colmare ciò che non è incluso nelle competenze dell’OSS e cioè il supporto domestico e la gestione dell’ambiente familiare.
La badante, dunque, non svolge mansioni sanitarie, ma si occupa del benessere quotidiano della persona, assicurando una presenza costante, spesso 24 ore su 24 nel caso di badanti conviventi.
Dalla cura dell’igiene personale all’aiuto nei pasti, fino all’accompagnamento alle visite mediche e la gestione della casa le sue mansioni sono più legate alla gestione quotidiana. A questo si aggiunge un aspetto fondamentale da non sottovalutare: la compagnia. La presenza umana di una badante riduce l’isolamento e migliora la qualità della vita, soprattutto in età avanzata.
In Italia non è richiesta una formazione obbligatoria specifica per diventare badante, anche se esistono corsi regionali e molte agenzie badanti forniscono una formazione specifica, per migliorare la preparazione e garantire degli standard elevati di qualità di servizio. Una formazione è dunque sempre auspicabile, anche perchè il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico (CCNL) prevede delle retribuzioni diverse e delle indennità in casi particolari di formazione.
Inquadramento contrattuale e legale della figura del badante
La badante è inquadrata come lavoratore domestico e il suo rapporto di lavoro è regolato dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico. Questo contratto definisce tutto ciò che riguarda orari, livelli di retribuzione, contributi, ferie e diritti del lavoratore. È fondamentale che l’assunzione sia regolare, con comunicazione all’Inps, contratto scritto e versamento dei contributi previdenziali: non solo per rispettare la legge, ma anche per garantire tutele e sicurezza a entrambe le parti.
È importante sottolineare che, pur essendo una figura preziosa nella gestione quotidiana dell’assistenza, la badante non è abilitata a svolgere compiti sanitari. Attività come somministrare farmaci, rilevare parametri vitali o eseguire medicazioni rientrano, lo ribadiamo, nelle competenze dell’OSS o di personale sanitario.
Per questo motivo, oltre al rispetto del contratto, è essenziale attribuire alla badante solo le mansioni previste dal suo ruolo, distinguendole chiaramente da quelle che richiedono una formazione sanitaria certificata.
Spesso le famiglie, magari in buona fede, assumono una badante chiedendole di svolgere anche compiti che competerebbero a un OSS. Oppure assumono un OSS, ma lo inquadrano e pagano come una badante. Quali possono essere le conseguenze? Da una parte, si espone il lavoratore a responsabilità non previste dal suo ruolo; dall’altra, si mette a rischio la sicurezza dell’assistito.
Detrazione per assistenza a persone non autosufficienti
Per le famiglie che assumono badanti per l’assistenza di persone non autosufficienti sono, inoltre, previste diverse agevolazioni.
Per i contribuenti con redditi fino a 40 mila euro, ad esempio, è prevista una detrazione del 19% sullo stipendio pagato su un importo massimo di 2.100 euro l’anno. Anche se non molto, perché questo si traduce in soli 399 euro, è una possibilità che esiste.
L’assistito deve essere certificato come non autosufficiente, e della detrazione ne può usufruire chi paga materialmente lo stipendio, anche se non è lo stesso datore di lavoro. Il pagamento deve essere effettuato con strumenti tracciabili. Il titolare del contratto di lavoro può cumulare la detrazione con la deduzione dei contributi.
Dignità, professionalità e scelta consapevole
Sia l’OSS che la badante sono, dunque, figure fondamentali per l’assistenza domiciliare. Non c’è una figura “più importante” dell’altra: c’è solo la persona giusta al momento giusto.
La badante offre presenza, cura quotidiana e vicinanza. L’OSS porta con sé una preparazione specifica e può gestire situazioni più complesse, anche dal punto di vista sanitario.
Riconoscere queste differenze serve a valorizzare il lavoro di entrambi. Ed è anche un modo per garantire assistenza migliore, più sicura e rispettosa della persona fragile.
Perché scegliere la figura giusta non è solo un dovere legale, ma un atto d’amore verso chi ha bisogno.



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