Superare le rigidità del decreto flussi, in primis le regole del click day, e offrire alle famiglie uno strumento più flessibile, adatto alle esigenze di assistenza e cura ma soprattutto: concedere più quote per il lavoro domestico. Queste le principali richieste avanzate da Assindatcolf al Governo, che nei mesi scorsi ha raccolto le istanze di sindacati, associazioni e imprese nell’ottica di una revisione della normativa che regola i flussi di ingresso dei cittadini non comunitari per motivi di lavoro. Le modifiche, stando a quanto anticipato dalla stampa, dovrebbero arrivare nella prossima riunione del Consiglio dei ministri fissata per mercoledì 2 ottobre, dopo lo slittamento avvenuto venerdì 27 settembre.

Nel dettaglio, Assindatcolf ha chiesto un adeguamento delle quote rispetto al reale fabbisogno delle famiglie datrici di lavoro domestico, quantificato per l’anno 2025 in circa 19mila unità. Le stime sono contenute nel paper firmato dal Centro Studi e Ricerche Idos contenuto nel Rapporto 2024 Family (Net) Work.

9.500 sono, invece, le quote stabilite nella programmazione triennale 2023-2025 per ciascuna annualità. Con la concessione in via sperimentale di ulteriori 10 mila quote per l’assistenza delle persone non autosufficienti – ipotesi che alcuni giornali hanno pubblicato – si potrebbe quindi arrivare a coprire il fabbisogno da noi stimato per la prossima annualità.

Intanto, dopo gli incontri di luglio con la nostra associazione, i contatti con i tecnici della presidenza del Consiglio dei Ministri sono andati avanti e si sono concretizzati con la convocazione della Federazione FIDALDO, il 23 settembre. Seduti al Tavolo convocato a Palazzo Chigi, il vicepresidente FIDALDO, Andrea Zini, nostro presidente, ed il consigliere, Filippo Breccia Fratadocchi.

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