Negli ultimi giorni una sentenza della Corte di Giustizia Europea ha sollevato un’importante riflessione in merito alla registrazione dell’orario di lavoro per i domestici. La questione centrale è: colf, badanti e baby sitter devono essere messe nelle condizioni di timbrare il cartellino?
Per Assindatcolf, sebbene la Corte abbia affermato il principio secondo cui la famiglia datrice ha obbligo di predisporre un sistema che consenta di misurare la durata dell’orario giornaliero dei propri collaboratori domestici, non è necessaria la timbratura di un cartellino, l’introduzione di un badge, o di qualsiasi altro strumento tecnologico, poiché nella sentenza non si fa esplicito riferimento alla tipologia di ‘sistema’. Tanto più che le famiglie che operano secondo le regole del Ccnl di settore già misurano l’orario giornaliero dei propri collaboratori: giorni di lavoro, orari, durata della prestazione e luogo di lavoro sono precisamente indicati nella lettera di assunzione. Eventuali variazioni sono, invece, riportate nella busta paga, che ogni mese la famiglia è tenuta a far firmare e a scambiare con il collaboratore. Il cedolino paga redatto correttamente già include tutte le informazioni utili alla ‘tracciabilità’ del rapporto di lavoro, compreso il godimento delle ferie, degli straordinari, le festività, la malattia, nonché la maturazione del TFR.