Con l’aumento dell’inflazione che da gennaio 2023 ha fatto scattare un incremento del 9,2% dei minimi retributivi delle badanti, il costo per la gestione degli anziani e dei non autosufficienti rischia di diventare insostenibile. Così la pensano quasi 6 famiglie datrici di lavoro domestico su 10. E’ questa la fotografia scattata dal Censis in uno studio commissionato da Assindatcolf. Il documento, presentato giovedì 16 febbraio a palazzo Ferrajoli alla presenza del ministro per le Disabilità Alessajndra Locatelli, è contenuto nel Rapporto 2023 Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico – nuovo progetto editoriale promosso dalla nostra associazione in partnership anche con Effe (European Federation for Family Employment & Home Care), Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e Centro Studi e Ricerche Idos.

Secondo quanto si evince dal Paper Censis, intitolato «Il lavoro domestico. Una risorsa per il nuovo welfare», il 59% delle famiglie associate ad Assindatcolf (a cui è stato somministrato un questionario tra dicembre 2022 e gennaio 2023) ha dichiarato insostenibile o solo parzialmente sostenibile la spesa per la badante. A motivare l’insostenibilità vi sono ragioni che rimandano soprattutto al crescente bisogno di assistenza, da una parte, e all’indisponibilità futura di risorse avendo già usufruito dei propri risparmi per mantenere il livello di assistenza attuale e necessario, dall’altra.