Si alla pausa pranzo per colf, badanti e baby sitter qualora l’attività lavorativa sia pari o superiore alle 6 ore giornaliere. È quanto stabilisce il Contratto Collettivo Nazionale del settore. Il tema è affrontato all’articolo 14, quello dedicato all’orario di lavoro. In termini generali viene chiarito come un domestico non convivente possa prestare servizio per un massimo di 8 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali (distribuite su 5 o 6 giorni). Non consecutive poiché quando l’orario di lavoro è pari o supera le 6 ore (comma 8) la colf, badante o baby sitter ha diritto a fruire di una pausa la cui durata deve essere stabilita dalle stesse parti. Uno stop che servirà al lavoratore per mangiare o riposarsi ma che, tuttavia, non dovrà essere retribuito dal datore. L’unica cosa prevista dal contratto è il pasto: la famiglia può fornirlo oppure scegliere di monetizzare il vitto secondo il valore convenzionalmente riconosciuto pari a 1,96 euro al giorno.