Dal 2 gennaio 2025 si parte con la Prestazione Universale per la non autosufficienza: la nuova misura destinata dagli anziani over 80 già titolari di indennità di accompagnamento e con disabilità gravissima, introdotta in via sperimentale in attuazione della legge 23 marzo 2023, n. 33, la cosiddetta ‘Riforma della non autosufficienza’.

Ma chi ne ha diritto e a quanto ammonta l’assegno? A fare chiarezza è l’Inps, con Messaggio numero 4490 del 30 dicembre 2024.

Destinatari della Prestazione Universale per la non autosufficienza

Nonostante si chiami ‘universale’, la prestazione potrà essere richiesta solo in presenza di determinati requisiti:

– Età anagrafica pari o superiore agli 80 anni;

Bisogno assistenziale gravissimo, valutato agli atti dalla Commissione medico – legale dell’INPS, anche in base alle indicazioni fornite dalla Commissione Tecnico – Scientifica nominata il 16 ottobre 2024 con DM n. 155/2024 e approvate con Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 19 dicembre 2024;

– Valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per le prestazioni agevolate di natura sociosanitaria ordinario, in corso di validità, non superiore a euro 6.000;

– Titolarità dell’indennità di accompagnamento (art. 1, comma 1, della legge 11 febbraio 1980, n. 18) che, qualora sospesa non consentirà di vedersi riconosciuta la prestazione.

Come si compone e a quanto ammonta la Prestazione Universale per la non autosufficienza

Due gli elementi che compongono la Prestazione Universale per la non autosufficienza:

Una quota fissa monetaria corrispondente all’indennità di accompagnamento di cui all’articolo 1 della legge 11 febbraio 1980, n. 18. Importante sapere che il riconoscimento della Prestazione Universale comporterà l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli ATS, negli ambiti di propria competenza (articolo 1, comma 164, legge n. 234 del 2021).

– Una quota integrativa, definita «assegno di assistenza», pari ad euro 850 mensili, finalizzata a remunerare o il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto da lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona titolari di regolare rapporto di lavoro, o l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza, forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale, nel rispetto delle specifiche previsioni contenute nella programmazione integrata di livello regionale e locale.

Scrivi ad Assindatcolf

per avere info