Quasi 2,7 miliardi di mancato gettito tra evasione contributiva (1,6 miliardi) e fiscale (1 miliardo). È questo, secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, il costo del lavoro domestico irregolare. Le stime sono contenute in un Report pubblicato a giugno su commissione di Assindatcolf.

Secondo le simulazioni di Fondazione Studi, a fronte di un risparmio minimo, tra il 6-8%, derivante dall’utilizzo di lavoro irregolare, i datori di lavoro domestico si assumono il rischio di arrivare a pagare il 30% in più in caso di controversia con il lavoratore. Un pericolo concreto considerando che dall’indagine condotta sui Consulenti del lavoro emerge che ogni anno su 100 rapporti di lavoro, circa 2 danno origine a controversie che, nella maggior parte dei casi, nascono dal mancato riconoscimento delle ore lavorate, tipico di un lavoro parzialmente irregolare (68,4%) o dal lavoro irregolare tout court (45,2%). Ciò determina una spesa aggiuntiva annua per le famiglie intorno ai 55 milioni di euro. Secondo la rilevazione svolta a maggio 2022 sugli associati ad Assindatcolf, circa 2 famiglie su 10 (18,6%) hanno avuto discussioni e incomprensioni attinenti al rapporto di lavoro, che avrebbero portato nel 9,6% dei casi a una controversia o accordo economico con il lavoratore. Il 13,3% lamenta, invece, di essersi trovata nelle condizioni di non riuscire a regolarizzare completamente la situazione lavorativa del collaboratore per volontà di quest’ultimo.

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