L’articolo 44 del Decreto Legge ‘Cura Italia’ istituisce il Reddito di Ultimo Istanza, stanziando un fondo da 300 milioni di euro da destinare ai lavoratori autonomi e a quelli dipendenti che, a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus, hanno ridotto, cessato o interrotto l’attività lavorativa. Colf, badanti e baby sitter ‘in regola’ sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti assunti dalla famiglia. Tuttavia, il decreto interministeriale firmato a fine a marzo dalla titolare del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha fissato i criteri per le modalità di attribuzione del fondo solo per la categoria degli autonomi e dei professionisti iscritti agli Enti di diritto privato, destinando loro 200 milioni dei 300 complessivamente stanziati nel Dl.

Al momento, quindi, nessun domestico (alla stregua di tutti gli altri lavoratori dipendenti) può ancora presentare domanda per accedere al reddito di ultima istanza. Siamo in attesa che venga firmato il secondo decreto interministeriale dedicato alle categorie rimaste escluse dal primo provvedimento attuativo tecnico, tra cui anche i domestici, qualora il Governo decida di ricomprenderli.

In alternativa potrebbe essere prevista un’altra misura di sostegno al reddito annunciata sulla stampa da più rappresentanti dell’Esecutivo nazionale: il Reddito di emergenza. Per conoscere i dettagli di questa nuova misura dovremmo, però, attendere l’approvazione di un nuovo Decreto Legge in Consiglio dei Ministri: si parla dei giorni successivi alla Pasqua.

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