Hai appena concluso la fase di ricerca e selezione della tua colf e ti stai chiedendo come fare ad assumerla? Ecco tutte le indicazioni utili per evitare errori e sanzioni.
Quali documenti servono per assumere la colf?
Per poter procedere all’assunzione della colf sono indispensabili:
- documento di identità personale (non scaduto);
- codice fiscale e permesso di soggiorno valido per lo svolgimento di lavoro subordinato in caso di cittadino non comunitario (può essere anche scaduto a condizione che il lavoratore abbia già avviato la pratica del rinnovo dimostrabile a livello documentale).
Senza questi documenti non sarà possibile procedere all’assunzione; è dunque buona regola quella di verificare che il lavoratore ne sia in possesso già in fase di colloquio. In aggiunta alla documentazione sopra indicata, la colf dovrà anche esibire (qualora ne sia in possesso) eventuali diplomi o attestati professionali specifici.
Cosa deve contenere la lettera di assunzione (o contratto di lavoro)
Una volta stabilite le condizioni contrattuali (sempre nella fase del colloquio) si potrà procedere alla stipula della lettera di assunzione, un vero e proprio contratto di lavoro che dovrà prevedere tra l’altro:
- Nome e cognome, codice fiscale e indirizzo di residenza/domicilio sia del datore che del lavoratore;
- Data di decorrenza del rapporto (e anche di fine se si tratta di un’assunzione a tempo determinato);
- Livello di inquadramento (nel caso della colf è B) e mansioni;
- Durata del periodo di prova: 8 giorni che decorrono dal 1° giorno di assunzione per la colf ad ore e 30 giorni che decorrono sempre dal 1° giorno di assunzione per la colf assunta in regime di convivenza;
- Per i lavoratori ad ore la durata e la distribuzione dell’orario di lavoro: giorni in cui lavora e per ciascun giorno l’orario;
- Per i lavoratori conviventi l’orario settimanale di lavoro (il massimo potrà essere di 54 ore);
- Sempre per i lavoratori conviventi dovrà essere anche indicata la collocazione della mezza giornata di riposo settimanale in aggiunta alla domenica;
- Retribuzione pattuita in fase di colloquio, che non potrà mai essere inferiore ai minimi sindacali e che dovrà essere corrisposta mensilmente. Nel caso del lavoratore ad ore non potrà, tuttavia, essere previsto uno stipendio ‘fisso’, in quanto questo dovrà essere calcolato sulla base della paga oraria e delle ore di lavoro effettivamente svolte nel mese;
- Corresponsione dei contributi di assistenza contrattuale (oltre ai contributi previdenziali sono obbligatori anche quelli Casascolf, come previsto all’art. 53 del Ccnl, da versare contestualmente e con le stesse modalità di quelli Inps);
- Luogo di svolgimento della prestazione e previsione di eventuali spostamenti (ad esempio verso il luogo di villeggiatura del datore di lavoro, come specificato nelle FAQ);
- Periodo concordato per il godimento delle ferie annuali;
- Eventuali impianti audiovisivi presenti all’interno dell’abitazione.
Il contratto di lavoro va registrato?
Essendo una scrittura privata il contratto di lavoro domestico non deve essere registrato ma sottoscritto da entrambe le parti e scambiato. È bene conservare una copia in originale.
Quando va firmato il contratto di lavoro?
Molto importante la tempistica: non tutti, infatti, sanno che il contratto di lavoro domestico dovrà necessariamente essere firmato prima della data di decorrenza poiché nelle 24 ore che precedono l’inizio dell’attività dovrà essere presentata apposita comunicazione all’Inps. Per inviare la comunicazione è necessario collegarsi al portale “inps.it – Prestazioni – Formalizzare l’assunzione di un lavoratore domestico” muniti delle credenziali SPID, CIE o CNS. Nel caso di lavoratori assunti in regime di convivenza, in aggiunta alla comunicazione Inps entro le 48 ore successive all’inizio dell’ospitalità dovrà anche essere effettuata la comunicazione al commissariato di zona.
Perché mettere la colf in regola
Se, al di là degli adempimenti fiscali, ti stai chiedendo perché mettere la colf in regola, quali sono i reali vantaggi per la mia famiglia? Ecco alcuni punti che spiegano i benefici di assumere una collaboratrice domestica:
- Evitare sanzioni che possano pesare sul bilancio familiare in maniera imprevista;
- Scongiurare vertenze in caso di infortuni, perché la colf non in regola può rivalersi sul datore di lavoro;
- Fidelizzare il collaboratore familiare, che se soddisfatto dell’inquadramento lavorerà con maggiore motivazione;
- Usufruire delle agevolazioni Cas.sa.Colf per i datori di lavoro;
- Ottenere vantaggi fiscali.
Se vuoi avere maggiori informazioni su questi benefici, leggi il nostro articolo Cinque buoni motivi per assumere la tua colf, badante o baby sitter >>
Domande e risposte
Quando si pagano i contributi della colf?
I contributi sono trimestrali, si pagano quindi 4 volte l’anno e si riferiscono all’attività lavorativa svolta nel trimestre precedente (1° trimestre entro il 10 aprile, 2° trimetre entro il 10 luglio, 3° trimestre entro il 10 ottobre 4° trimestre entro il 10 gennaio dell’anno successivo).
Che differenza c’è tra ore aggiuntive di lavoro e straordinario?
Per il lavoratore ad ore si configura lo straordinario quando si superano le 40 ore settimanali di attività, diversamente si tratta di ore aggiuntive di lavoro. A mero titolo di esempio: se la colf è stata assunta per un 25 ore alla settimana, le eventuali ore svolte dopo le 25 ma entro le 40 dovranno essere considerate ‘aggiuntive’ e dunque retribuite con la stessa paga oraria di quelle ‘ordinarie’.
Una colf può lavorare in più appartamenti con un unico contratto?
Se nello stesso stabile indicato come luogo della prestazione il datore possiede più appartamenti la colf potrà lavorare sotto lo stesso contratto solo in caso questi siano abitati dalle persone componenti lo stesso nucleo familiare, al contrario, se gli appartamenti fossero abitati da nuclei familiari differenti l’attività della colf dovrà essere inquadrata all’interno di un nuovo contratto di lavoro.
Cosa sono i temporanei spostamenti della famiglia?
Nella lettera di assunzione della colf possono anche essere previsti dei temporanei spostamenti della famiglia, come nel caso dei periodi estivi. Se il contratto prevede che la colf segua la famiglia non è previsto un costo aggiuntivo per le ore di lavoro, resta a carico del datore solo lo spostamento. Ma attenzione: la trasferta deve essere inserita come clausola al momento della stipula del contratto.
Quali sono i permessi retribuiti e quelli non retribuiti della colf?
Da contratto la colf ha diritto a permessi individuali retribuiti per l’effettuazione di visite mediche documentate, per incombenze legate al rinnovo dei documenti (compreso il permesso di soggiorno) e per pratiche di ricongiungimento familiare (12 ore l’anno per colf con orario non inferiore a 30 ore, sotto va riproporzionato in base all’orario prestato). Importante sapere che se le ore non vengono utilizzate per gli scopi sopra indicati verranno perse. Il classico esempio di un permesso non retribuito è, invece, quello legato ad un imprevisto del lavoratore che non gli consente di svolgere attività lavorativa come lo sciopero dei mezzi, o nel caso di un familiare che si ammala. Al momento della predisposizione della busta paga mensile i permessi non retribuiti andranno decurtati dal monte ore regolarmente retribuito.